IL BLOG PERSONALE DI PAOLO LUBRANO
Qualche notizia e qualche curiosità...
di Redazione Il Libraio: La macchina che pulisce in pochi istanti i libri dalla polvere esiste…
Ecco un modo facile e veloce per tenere pulite librerie e biblioteche: un macchinario, inventato in Italia, che in pochi istanti spolvera i libri.
Qui trovate l’articolo in originale:
Il primo grande database delle librerie italiane - fonte: "Il Libraio"
Con più di 2.000 librerie italiane!
Lo trovate qui:
http://www.illibraio.it/librerie/ - (Versione Beta)
“Ogni giorno, nel quartiere dove abito, passo a trovare il mio libraio. L’invito che vi rivolgo è di non scordare mai la libreria del vostro quartiere, tempio indimenticabile della cultura”, Luis Sepúlveda
Prodotti di provenienza extra Italia. Il cambio: questo sconosciuto!
Avete mai fatto caso che non sempre, mettendo a confronto proposte di acquisto di due o più agenzie commissionarie i costi di base non coincidono?
La mia esperienza personale vissuta nel corso degli ultimi anni è risultata per me molto illuminante: mi ha consentito di comprendere ciò che, da “concorrente” mi risultava incomprensibile.
Cioè che spesso, pur avendo proposto delle condizioni maggiori rispetto ad altri, ero economicamente più vantaggioso nel complessivo della fornitura.
Spesso e volentieri nei casi di ordinazioni pluriennali, le condizioni proposte erano le più convenienti se per l'aggiudicazione, salvo poi dal secondo aumentarle, di un minimo impercettibile.
A insaputa del cliente, ovviamente.
Andiamo con ordine.
Prima dell’avvento dell’euro quello genericamente utilizzato era un “cambio bancario” del tutto personale e ciascuna agenzia poteva su quella base di partenza mantenerlo invariato ovvero applicare una percentuale di aumento o di diminuzione dichiarate: questo faceva una differenza ben individuabile; con l'applicazione del cambio bancario rispetto al vecchio "cambio librario" il controllo da parte dell'acquirente diventava difficoltoso.
Tutto dipendeva dal valore del giorno in cui si compilava il preventivo o si emetteva la fattura.
Per rendere il cambio bancario legermente vantaggioso dando a intendere che fosse quello originario si poteva utilizzare un particolare algoritmo così che quello ufficiale veniva maggiorato attraverso l’applicazione automatica di alcuni punti percentuale differenziati in base alla valuta: cambio bancario quindi proprio per niente!
E in questo modo tutte le valute estere erano potenzialmente maggiorabili in maniera indistinta.
Anzi: potevano essere sistematicamente maggiorate nella quasi totalità dei casi.
Poi giunse l'euro e questa cosa è poi rimasta in vigore soltanto per le "valute extraeuro": il dollaro di diversa provenienza ma americano in particolare, e la sterlina, il Franco Svizzero e forse poche altre.
Ovviamente sempre tutto all’insaputa del cliente, che si fidava e al quale quando aveva un qualche dubbio e si “permetteva” di richiedere precisazioni poteva sentirsi rispondere che dipendeva dalla data in cui veniva emessa la fattura; generalmente corrispondente al giorno in cui veniva effettuato il pagamento all’editore.
Vattelapesca l’andare a controllare il giorno preciso in cui era stato rilevato il valore del cambio!
Dipendeva a seconda delle opportunità: cambio bancario in vigore nel giorno del pagamento all’editore, nel giorno della fatturazione dell'editore, in quello della fatturazione da parte dell'agenzia…
Insomma: quasi sempre era impossibile per l'acquirente ricevere documentazioni dimostrative che giustificassero gli importi richiesti, ma soprattutto inutile richiederli.
In casi estremi, e in situazioni eccessivamente evidenti, ci si giustifica lamentando un disgraziatissimo errore dei non meglio identificati “sistemi”.
Errori possibili? perché i conti li fa il sistema? ma i dati non li inseriscono le persone…?
Nessun errore invece: semplice tentativo di contravvenire agli accordi stabiliti per trarre un maggior utile.
Prospect o già cliente: chi merita una attenzione maggiore?
In realtà non ci sarebbe alcuna scelta da fare: entrambi sono destinatari di attenzione, fermo restando che come da sempre si insegna nei corsi vendite per una azienda commerciale “non c’è migliore prospect del già cliente”!
“Accantonare” un già cliente perché ritenuto ormai “cosa propria”, è il più grande errore che si possa compiere.
Formato e cresciuto in questa ottica, dal 2002 mi sono trovato invece trovato d'un tratto dinanzi a una diversa realtà.
Il già cliente: personaggio utile solo per vendere qualcosa di nuovo o integrativo.
Dunque da gestire direttamente da sede e con le difficoltà del caso, in maniera asettica e impersonale.
…e se non vuole comprare o addirittura deve dismettere per problemi economici alcuni degli abbonamenti sottoscritti in precedenza, beh non c’è altra soluzione che maltrattarlo e mortificarlo.
Guai all’operatore commerciale sul territorio andare per incontrarlo se non per due motivi: se non paga, o quando è momento del rinnovo. Nessun interesse per le sue esigenze che sorgono durante l’annualità di fornitura, nessuna verifica sul “come vanno le cose” e nell’ascolto delle mancate promesse fatte in sede di “contrattazione”.
Mancate promesse? Sì, spesso e volentieri.
Tanto non può far nulla, oramai ha ordinato e a richiedere la risoluzione del contratto avrebbe solo da rimetterci.
Il già cliente deve ritenersi “fortunato” ad aver affidato le sue forniture alla tale o alla tal altra agenzia commissionaria ancorché più costosa rispetto ad altre, e perde qualsiasi diritto a lamentare disservizi o discrepanze: l’unico responsabile è sempre da ricercarsi al suo interno. Il presupposto è che “il cliente ha sempre e comunque torto”; dunque nessun diritto a lamentarsi. Ordine di scuderia è: se il cliente si lamenta è solo perché non ha intenzione di pagare!
Un’altra delle caratteristiche che distinguono il prospect da lusingare fino al momento della acquisizione nella casella “cliente”, dal già cliente è il servizio post-vendita effettuato a distanza.
Il cliente che telefona o manda una mail, altro non è che un seccatore che ha sicuramente una palese manifesta incapacità a svolgere il suo lavoro e vuole riversare la responsabilità delle sue incompetenze sulla agenzia commissionaria di turno. Far perdere tempo è il “mestiere” preferito del cliente.
Dunque come seccatore va trattato, senza alcuna considerazione e senza alcun tipo di riguardo.
Spesso si arriva al punto che il servizio assistenza clienti della agenzia commissionaria alla quale si affidano le sorti delle forniture per la propria biblioteca è il non dare alle mail inviate il seppur minimo segno di riscontro.
Nessun seguito ai messaggi lasciati nella segreteria telefonica. Se si riesce a parlare telefonicamente con il proprio responsabile, altrimenti…
…e se il responsabile di area si permette di fare da intermediario, o peggio ancora intervenire, beh allora potrebbero per costui manifestarsi rimostranze, ramanzine etc… etc…
A me è accaduto nei primi mesi dell'ultima vita lavorativa con urla e grida; di persona o al telefono, mi veniva urlato che “a dar retta alle richieste di un cliente significava spendere male i soldi dell’azienda”.
Tant’è che decisi di occuparmi delle esigenze manifestate da alcuni clienti oltre l’orario di lavoro ufficiale, giustificando questa cosa con “non è tempo dell’azienda, ma mio personale”.
Mi veniva da chiedere: ma da chi avranno imparato costoro questo mestiere? Chi sarà mai stato il loro formatore?
Con l’inganno è facile acquisire un cliente. Il difficile è da sempre stato il fidelizzarlo.
E da sempre il cliente le persone che rappresentano il proprio fornitore le vuole vedere in faccia, vuole avere in questo una figura da riconoscere e di cui potersi fidare; trovarla disponibile soprattutto nelle difficoltà e nel bisogno. Il difficile è riuscire a considerare ogni cliente, come l’unico e solo cliente: il più importante in assoluto; indipendentemente dalle sue potenzialità di acquisto.
Ma forse io ero anziano già all’epoca: non tanto nell’età quanto nella formazione.